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Ruvo di Puglia


Cenni Storici

L’area attinente a Ruvo di Puglia fu anticamente abitata dai Peuceti, che ne fecero un attivo e florido centro tra il IV e il III secolo a.C., ma dal IX secolo a.C. si hanno reperti che attestano insediamenti ancora più antichi.

La città di Ruvo intrattenne scambi commerciali e culturali con la Magna Grecia, l’Etruria e la Grecia; la sua ricchezza era basata sugli scambi commerciali di olio e vino e su una fiorente produzione di vasellame da trasporto e da servizio, come testimoniano i numerosissimi reperti rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate dagli Jatta, dai Caputi e dai Fenicia (patrizi della città).

A seguito delle Guerre Sannitiche e della guerra contro Taranto la città entrò nell’orbita di Roma, per poi divenire, nella tarda repubblica, dapprima stazione militare e in seguito municipium. A testimoniare l’importanza strategica della città vi è il fatto che essa era posta sul tracciato della via Traiana.

Alla caduta dell’Impero d’Occidente subì la dominazioni dei Goti e fu poi conquistata dai Bizantini dell’Impero Romano d’Oriente ad opera di Giustiniano. Si crede che fosse più volte assoggettata dai saraceni, per poi divenire dominio del re di Sicilia Ruggero il Normanno; fu in seguito unita alla contea di Conversano. Seguì le sorti dell’intero Regno di Napoli subendo le dominazioni straniere degli Angioini (che ampliarono il Castello e fortificarono le mura) e degli Aragonesi passando sotto diversi feudatari tra i quali la famiglia Del Balzo-Orsini e la stessa regina Sancia. Nel 1510 il feudo comitale di Ruvo fu acquistato dal cardinale Oliviero Carafa per il fratello Fabrizio che unì la Contea di Ruvo al Ducato d’Andria nel 1522. In questo periodo la città di Ruvo conobbe un periodo di splendore che portò l’arrivo dei monaci domenicani e l’inizio di un rinnovo urbanistico ed edilizio con la costruzione di numerose chiese, conventi e case “palaziate”.

La città rimase fino al 1806 sotto il dominio dei Carafa, diventando da quella data libero municipio. Durante il periodo risorgimentale fu sede di una piccola società segreta affiliata alla Carboneria e denominata “PERFETTA FEDELTÀ”, tra i cui affiliati vi fu anche Francesco Rubini, mazziniano elogiato dallo stesso Mazzini. Negli anni sessanta del Novecento l’agro della Città fu sede di scontri tra i braccianti e i possidenti, che videro l’occupazione di un tratto di strada campestre che d’allora fu denominata “Strada della Rivoluzione”.

Fonte: Wikipedia
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Cenni Storici

L’area attinente a Ruvo di Puglia fu anticamente abitata dai Peuceti, che ne fecero un attivo e florido centro tra il IV e il III secolo a.C., ma dal IX secolo a.C. si hanno reperti che attestano insediamenti ancora più antichi.

La città di Ruvo intrattenne scambi commerciali e culturali con la Magna Grecia, l’Etruria e la Grecia; la sua ricchezza era basata sugli scambi commerciali di olio e vino e su una fiorente produzione di vasellame da trasporto e da servizio, come testimoniano i numerosissimi reperti rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate dagli Jatta, dai Caputi e dai Fenicia (patrizi della città).

A seguito delle Guerre Sannitiche e della guerra contro Taranto la città entrò nell’orbita di Roma, per poi divenire, nella tarda repubblica, dapprima stazione militare e in seguito municipium. A testimoniare l’importanza strategica della città vi è il fatto che essa era posta sul tracciato della via Traiana.

Alla caduta dell’Impero d’Occidente subì la dominazioni dei Goti e fu poi conquistata dai Bizantini dell’Impero Romano d’Oriente ad opera di Giustiniano. Si crede che fosse più volte assoggettata dai saraceni, per poi divenire dominio del re di Sicilia Ruggero il Normanno; fu in seguito unita alla contea di Conversano. Seguì le sorti dell’intero Regno di Napoli subendo le dominazioni straniere degli Angioini (che ampliarono il Castello e fortificarono le mura) e degli Aragonesi passando sotto diversi feudatari tra i quali la famiglia Del Balzo-Orsini e la stessa regina Sancia. Nel 1510 il feudo comitale di Ruvo fu acquistato dal cardinale Oliviero Carafa per il fratello Fabrizio che unì la Contea di Ruvo al Ducato d’Andria nel 1522. In questo periodo la città di Ruvo conobbe un periodo di splendore che portò l’arrivo dei monaci domenicani e l’inizio di un rinnovo urbanistico ed edilizio con la costruzione di numerose chiese, conventi e case “palaziate”.

La città rimase fino al 1806 sotto il dominio dei Carafa, diventando da quella data libero municipio. Durante il periodo risorgimentale fu sede di una piccola società segreta affiliata alla Carboneria e denominata “PERFETTA FEDELTÀ”, tra i cui affiliati vi fu anche Francesco Rubini, mazziniano elogiato dallo stesso Mazzini. Negli anni sessanta del Novecento l’agro della Città fu sede di scontri tra i braccianti e i possidenti, che videro l’occupazione di un tratto di strada campestre che d’allora fu denominata “Strada della Rivoluzione”.

(fonte: Wikipedia)

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L’area attinente a Ruvo di Puglia fu anticamente abitata dai Peuceti, che ne fecero un attivo e florido centro tra il IV e il III secolo a.C., ma dal IX secolo a.C. si hanno reperti che attestano insediamenti ancora più antichi.

La città di Ruvo intrattenne scambi commerciali e culturali con la Magna Grecia, l’Etruria e la Grecia; la sua ricchezza era basata sugli scambi commerciali di olio e vino e su una fiorente produzione di vasellame da trasporto e da servizio, come testimoniano i numerosissimi reperti rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate dagli Jatta, dai Caputi e dai Fenicia (patrizi della città).

A seguito delle Guerre Sannitiche e della guerra contro Taranto la città entrò nell’orbita di Roma, per poi divenire, nella tarda repubblica, dapprima stazione militare e in seguito municipium. A testimoniare l’importanza strategica della città vi è il fatto che essa era posta sul tracciato della via Traiana.

Alla caduta dell’Impero d’Occidente subì la dominazioni dei Goti e fu poi conquistata dai Bizantini dell’Impero Romano d’Oriente ad opera di Giustiniano. Si crede che fosse più volte assoggettata dai saraceni, per poi divenire dominio del re di Sicilia Ruggero il Normanno; fu in seguito unita alla contea di Conversano. Seguì le sorti dell’intero Regno di Napoli subendo le dominazioni straniere degli Angioini (che ampliarono il Castello e fortificarono le mura) e degli Aragonesi passando sotto diversi feudatari tra i quali la famiglia Del Balzo-Orsini e la stessa regina Sancia. Nel 1510 il feudo comitale di Ruvo fu acquistato dal cardinale Oliviero Carafa per il fratello Fabrizio che unì la Contea di Ruvo al Ducato d’Andria nel 1522. In questo periodo la città di Ruvo conobbe un periodo di splendore che portò l’arrivo dei monaci domenicani e l’inizio di un rinnovo urbanistico ed edilizio con la costruzione di numerose chiese, conventi e case “palaziate”.

La città rimase fino al 1806 sotto il dominio dei Carafa, diventando da quella data libero municipio. Durante il periodo risorgimentale fu sede di una piccola società segreta affiliata alla Carboneria e denominata “PERFETTA FEDELTÀ”, tra i cui affiliati vi fu anche Francesco Rubini, mazziniano elogiato dallo stesso Mazzini. Negli anni sessanta del Novecento l’agro della Città fu sede di scontri tra i braccianti e i possidenti, che videro l’occupazione di un tratto di strada campestre che d’allora fu denominata “Strada della Rivoluzione”.

(fonte: Wikipedia)

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