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Autunno a Castel del Monte

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E’ davvero incantevole andare per boschi, quando l’aria si rinfresca e il cielo si terge da nubi e foschia, permettendo al turchese intenso e al blu di prendere possesso dell’aere, colorando le ombre in lontananza. Ancor più suggestivo è stato il momento del tramonto ai piedi del castello che conosciamo con il nome di Castel del Monte, il rosso sangue ben si posa sulle pareti bianche e rosate delle facce poligonali di questa straordinaria struttura.


Foto: – Maximus Difermo from Flickr

E’ un impatto notevole, credo che il periodo migliore per visitare questo castello sia proprio l’autunno.

Mi sembra quasi di vederli, in uno squarcio nel tempo, dame e cavalieri a cavallo, con una corte e musici al seguito che, giungono piano con carri e carrozze ed allestiscono padiglioni e tende tutto intorno, accendono i caminetti nelle cinque stanze che lo consentono, dove saranno ospitati i nobili con le dame loro consorti, e si accampano nei pressi.

Che gioioso bailamme! Davvero coinvolgente. Chissà se i trobadori raccontano già la famosa leggenda che è sopravvissuta fino al 1800 in cui i cantastorie citavano:”Federico volea un castello, lo volea bianco e bello…” terminando la storia con l’architetto del castello che muore buttandosi giù da una torre sulla vasca ottagonale che dovrebbe essersi trovata al centro del cortile.

Ma proseguiamo la salita, dalla sommità di questa collina si domina tutto il panorama. E’ un posto fantastico. Si vede realmente che le basi del castello posano sulla nuda roccia, emerge tutto intorno, ed è bellissima, naturale, ha sfidato i secoli ed ha vinto, sembra come un castone in cui sia incassato questo ottagono. Girandoci intorno cerco la famosa trifora, la finestra da cui si sarebbe affacciato Federico, avrebbe avuto tre archi divisi da colonnine rosate che non ci sono più da chissà quanti secoli… Peccato! Chissà se avessimo potuto vederlo così come si presentava appena terminato, doveva essere fantasticamente luminoso, splendente, così bianco e rosato nel verde della Murgia, visibile da lontano.

Lo sguardo corre sulle pareti. Gli studiosi dicono che le misure del castello siano tutte irregolari, eppure è così armonico! L’irregolarità sfugge allo sguardo, ed anche soffermandosi e rivelando i punti non in asse, tutto sembra così perfetto!

Mi lascio ammaliare dall’effetto “a scatola cinese” entrando in ogni stanza attraverso la precedente, ogni particolare parla una sua lingua, sembra il frutto perfetto di un’armonia di opposti… chissà quante mani diverse, eppure sincrone, hanno lavorato insieme con un unico scopo che a noi rimane ignoto, nonostante le innumerevoli teorie promulgate sulle sue origini e sulle sue motivazioni, così come sull’edificatore…

Ma lasciamo a menti più alte la speculazione e noi proseguendo questa passeggiata, nel silenzio delle mura possenti lasciamoci conquistare dal suono del vento, dei passi solitari sul suolo calpestato da secoli e secoli da tanti visitatori che, come noi vogliono vivere un’esperienza unica e personale in un luogo così particolare.

Informazioni sull’autore

Donatella Leonetti – Di origini tranesi, si considera, a tutt’oggi, una studiosa di Castel del Monte e della Puglia, che presenta e promuove attraverso il proprio lavoro, nell’ambito della propria professione di consulente di viaggi ed esperta di programmazione, per percorsi rivolti ad un pubblico prevalentemente estero.


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